Si narra che molti secoli fa, dal
commovente e profondo pianto di un drago, la terra fece nascere un arbusto
sinuoso e contorto, dalle lunghe braccia sottili, spinose e ruvide.
Un modesto albero dai rami cupi e
intricati, dagli aculei appuntiti che solevano tenere lontano ogni creatura
vivente; dal cui cuore facevano mostra di se grappoli d'iridi verde smeraldo e
venature di tuono, il cui sguardo incantava e stregava il cuore di coloro che
riuscivano a scorgerle tra le fitte foglie.
Sfere succose, dolci e asprigne,
secondo una leggenda in grado di guarire ogni dolore e di rendere saggio e
lungimirante chiunque riuscisse a godere anche del succo di un solo, rotondo
acino ambrato. Un privilegio non concesso a molti, poiché solo i cuori puri e
umili avrebbero potuto coglierli senza ferirsi o lacerarsi; solo anime
trasparenti e benevole avrebbero potuto domare le puntute spine e acquisire la sapienza
secolare del pianto del drago, con i suoi poderosi benefici.
In passato solo spiriti benedetti
avevano accesso ai rari cespugli incantati, in armonia con la terra e il cielo
e nel rispetto profondo dell’anima terrestre: solamente druidi dalle bianche
vesti, che solevano appropriarsi di poche iridi smeraldo al fine di creare un
potente elisir in grado di rifondere forza, vigore e saggezza profonda agli
animi meritevoli di grazia; alle anime perdute, ai sofferenti, ai quali il
prezioso nettare avrebbe restituito una grande verità, in grado di dissipare le
nubi scure di una misera e ingiusta esistenza: lo sguardo vitreo e ipnotico di
quei verdeggianti bulbi avrebbe sussurrato il suo più intimo segreto agli
spiriti puri, donando ad essi la possibilità di acquisire una straordinaria
vista del cuore.
Nessuno sa esattamente quali erbe
incantate o quali nettari preziosi venissero miscelati al potente succo di quei
globi, riconosciuti ancora oggi come i traslucidi frutti d’uva spina: qualcuno
racconta che i druidi più anziani si avvalessero del calore ambrato del miele,
linfa di vita e sacralità, oro liquido fermentato nell'antica bevanda del chouchen; qualcun altro rimembra invece
la forza spirituale di un grano scuro e saporito, in grado di dare vigore
fisico e mentale, spesso trattato e lavorato con sapienza dalle mani di abili
agricoltori.
Ciò che appare certo però, è che
quel secolare mistero si perde ancora oggi nei sibili del vento, nei pressi dei
rari arbusti di deliziosa e antica uva spina; è nascosto tra le dita dell’aria,
che sussurra a cuori umili e attenti il prezioso segreto. E talvolta pare di
sentirla mormorare, bisbigliare, con voce lontana, fresca e ammaliante: <Solo tra le spine nascono i frutti più belli;
solo dal dolore nasce la saggezza. E’ dal coraggio che sboccia la virtù, dalla
bontà d’animo il vero incanto della vita>.
Perché tra le spine nascono i frutti
più belli. Perché solo soffrendo l’anima talvolta riesce ad imparare quanto
amore può contenere, quanta vita sa capire; solamente sentendo l’anima bruciare
e una scia di lacrime cadere sul viso, riesce ad entrare nel cuore cieco di
altri sofferenti e aiutarli a vedere.
E’ in fondo il grande dono che il dolore ci fa: se all'apparenza ci priva di
ogni cosa, nel profondo sa renderci molto più ricchi. E così, dopo le spine,
riusciamo anche a scoprirci colmi di incanto.
Ecco un elisir speciale, da condividere con voi: un piccolo augurio
perché il segreto del drago incontri i vostri cuori, laddove nascondete i
pensieri più buoni, per renderlo capace di vedere e sentire le più celate voci
del mondo. Perché possiate imparare a gioire o soffrire soprattutto con gli
occhi degli altri, così da comprendere al meglio il prossimo ed anche voi
stessi; perché il dolore non vi spaventi comunque in nessun caso, certi che vi
donerà in cambio qualcosa di immensamente prezioso per la vita.
Perché l’incanto non vi abbandoni mai, portandovi ‘là’: dove l’irreale
diviene sempre, prima o poi, una splendida e inaspettata realtà.
Freddo elisir del drago al grano saraceno e zenzero, uva spina e miele di atamisqui
(ricetta priva di glutine e di
lattosio)
250 ml di latte di grano saraceno
(The Bridge Bio)
200 ml di panna di riso (Isola
Bio)
125 gr di uva spina bianca + 1
cucchiaino di zucchero + 1 cucchiaino di succo di limone (o 90 gr di composta
di uva spina, se non disponete dei frutti freschi)
4 tuorli medi
20 ml di sciroppo di glucosio
2 cucchiai rasi di miele di
atamisqui (Altro Mercato)
80 gr di zucchero di canna
integrale (Alce Nero)
1 cucchiaino di radice di zenzero
triturata (o in polvere)
Montare i tuorli con lo zucchero,
il miele e lo sciroppo di glucosio, fino ad ottenere un composto chiaro e
spumoso. A parte, portare ad ebollizione il latte di grano saraceno, la panna
di riso e lo zenzero tritato. Filtrare e, una volta intiepidito, mescolare il
composto ai tuorli precedentemente montati. Versare nuovamente tutto in pentola
e cuocere ‘alla rosa’ (ovvero fino a
che la temperatura del composto non raggiungerà gli 80-84°C , dovrete utilizzare un
termometro da cucina). Filtrare il tutto nuovamente e lasciare a riposo in
frigorifero, coperto da pellicola, almeno 4 ore (meglio ancora tutta la notte).
Procedere poi alla preparazione
del gelato: versare il composto nel cestello della gelatiera e lasciare
mantecare per circa 20 minuti. A questo punto, frullare l’uva spina con il
cucchiaino di zucchero e un cucchiaino di limone: versarla nel cestello e
continuare la mantecatura per altri 10 min. ca.
Gustare il freddo elisir del
drago subito, oppure conservarlo in una vaschetta ermetica nel congelatore
(avendo l’accortezza di estrarlo dal freezer almeno 15 min. prima del consumo).
E’ specialmente per te, dolce amica mia, questo fresco e
speziato elisir. Partecipo con tutto il cuore al terzo e strepitoso contest Ca’ Versa, donandovi l’incanto di una lacrima
di drago e un sincero augurio perché ogni spina della vita possa sempre
nascondere frutti stupendi.
Kiaretta, infine un pensiero lo rivolgo al tuo cuore. Non temere le spine, non lasciarti spaventare dal buio e dal dolore. Presto frutti meravigliosi nasceranno per te, arricchendoti di luce che saprà rischiarare i momenti di sconforto, anche futuri. Sei splendida, ricordati che sono qui se hai bisogno. E anche in silenzio, ti abbraccio.
Una dolcissima notte a tutti, con affetto. Che sia piena di sogni argentati!